tempo

Nei giorni 3 / 15 / 31 ottobre 2012 e 14 / 26 Novembre 2012

C’è un tempo assoluto che scorre come le  lancette di un orologio, c’è il tempo scandito dalle nostre pulsioni, dagli affetti e dall’intelligenza, il tempo soggettivo che non passa mai o scorre troppo in fretta.

Gentili amici,
il tradizionale appuntamento sui grandi temi del nostro vivere prosegue anche in questo 2012. Sarà il ventiseiesimo Ciclo di Incontri: un lungo percorso con molti di voi, nostro fedele e attento pubblico, e sempre nuovi partecipanti.
Nel corso dei cinque incontri, autorevoli relatori ci aiuteranno ad approfondire un concetto fondamentale e affascinante che riguarda il nostro essere, il nostro vivere, le dimensioni relazionali ma anche artistiche, il nostro futuro.
I seminari verranno ospitati, come già lo scorso anno, nella prestigiosa sede di Palazzo Giureconsulti, nel cuore pulsante di Milano. Per qualche ora, in questa città “senza tempo”, Vidas ci incoraggerà alla riflessione.
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Dal 30 al 31 gennaio 1988 | Sala dei Congressi della Provincia | Via Corridoni, 16 – Milano

Questo convegno nasce dalla considerazione e riflessione sul salto di qualità, che è in atto, nella velocità e quantità del fare e comunicare umani.
Questa linea di tendenza appare non effimera in quanto indirizzata verso l’obiettivo del villaggio metropolitano globale e integrato ed ispirata da valori-guida quali il consumismo nella società e il funzionalismo nella tecnica e nella scienza.
La velocità informa oggi molti e decisivi soggetti e rapporti sociali e gioca un ruolo non indifferente nello spessore della vita individuale. In particolare, il funzionalismo è oggi uno dei punti di riferimento basilari delle società occidentali e trova larga espressione nella continua e incessante evoluzione tecnologica. Ma la nostra mente e la nostra coscienza possono subire seri danni a causa di un ritmo di vita troppo rapido, che tende a frastornare e distrarre l’uomo dalle questioni essenziali: in questo modo qualità necessarie come l’attenzione, la riflessione critica, la memoria, hanno sempre meno spazio di esprimersi. Così il grande sogno di potenza dell’uomo postindustriale lascia sguarniti alcuni ambiti di ricerca di primaria importanza per il suo equilibrio interiore, consegnando dubbi e perplessità sul futuro che lo attende.
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